lunedì 7 novembre 2011

Demokratìa


STRANIERO E' necessario a questo punto esaminare tale questione in questa maniera, domandandosi cioè in quale di queste costituzioni venga a essere presente una scienza concernente il governo degli uomini, che è probabilmente la più difficile e la più importante da acquisire. Occorre infatti vederla per osservare con chiarezza quali persone debbano essere distinte dal re saggio, persone che pretendono di essere uomini politici e riescono a persuadere molti, ma in realtà non lo sono affatto.
SOCRATE E' proprio così infatti, che occorre fare, come il nostro discorso ci aveva suggerito.
STRANIERO Allora, non crederemo certo che sia possibile che una moltitudine in una città possa acquisire   questa scienza?
SOCRATE E come sarebbe possibile?
STRANIERO Ma forse in una città composta di mille cittadini è possibile che un centinaio o magari cinquanta acquisiscano questa scienza in maniera adeguata?
SOCRATE Se così fosse, questa sarebbe la più facile di tutte le arti: sappiamo infatti che tra mille uomini non potrebbero mai esserci tanti eccellenti giocatori di scacchi da poter reggere il confronto con tutti gli altri Greci; figuriamoci poi i re! In base al nostro ragionamento precedente, infatti, dobbiamo chiamare uomo regio chiunque possieda la scienza regia, sia che eserciti il potere sia che non lo eserciti.
STRANIERO Ricordi bene quanto abbiamo detto prima. Proseguendo il discorso, quindi, penso che occorra ricercare in cosa consista il retto governo riguardo a una, a due, o in ogni caso a pochissime persone, qualora avvenga che sia retto.
SOCRATE Certamente.
STRANIERO Riguardo a costoro, dunque, sia che governino su persone che li accettano o contro la loro volontà, secondo leggi scritte o senza leggi scritte, su cittadini ricchi o poveri, dobbiamo ritenere, come pensavamo poco fa, che esercitino il proprio potere secondo una certa arte. Noi ritenevamo questo discorso particolarmente valido per i medici: che ci curino per nostro volere o contro la nostra volontà, tagliando o bruciando o causandoci qualche altra sofferenza, seguendo regole scritte o in assenza di regole scritte, siano essi ricchi o poveri, noi li chiamiamo tutti quanti medici, finchè essi si prendano cura della nostra salute con arte, purificandoci specialmente mediante la sottrazione o l'aggiunta di qualcosa, ma solo a patto che, per il bene dei nostri corpi, tramutando il loro stato da peggiore in migliore, riescano a salvare, ciascuno con le proprie cure, l'oggetto di tali cure. E' così e non in altro modo che stabiliremo, a mio avviso, che questo è il solo discrimine del potere medico e di ogni altro.
SOCRATE Non vi è dubbio al riguardo.


(Il Politico di Platone)

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